Come ormai sappiamo, Azure Storage è il servizio principale utilizzato da qualsiasi altra tecnologia messa a disposizione dalla piattaforma cloud di Microsoft. I blob, in particolare, permettono di memorizzare tera di file raggiungibili tramite REST e la comodità nonché lo spazio praticamente infinito che abbiamo potrebbe farci perdere di vista la situazione attuale di un container.
Per sopperire a questa potenziale confusione viene in aiuto una funzionalità automatica di inventario builtin in Azure Storage che di fatto scansiona il nostro container e produce un report indicando i file e tutte le caratteristiche. Per usufruire di questa funzionalità è sufficiente accedere alla sezione Blob inventory e creare una o più rule.
La rule definisce su quale container vogliamo scansionare e ci permette di indicare una serie di filtri per circoscrivere i blob da analizzare, dalla tipologia fino ad il prefisso, eventualmente con la possibilità di indicare quali campi esportare.
Il report viene generato automaticamente una volta alla settimana (la domenica) o giornalmente, esportando il tutto in formato CSV o Apache Parquet. Il file viene prodotto direttamente nel container da analizzane, strutturato per anno, mese e giorno, insieme ad un file .checksum (per l'eventuale validazione) e un manifest.json, con le informazioni sul report.
Il costo di tutto questo è composto dal numero di richieste necessarie a scansionare ogni file coinvolto, dal numero di richieste necessarie per la scrittura del report e dallo spazio allocato dallo stesso.
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